In seguito al recente rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Parma si è tenuta, nella sede dell’Ordine degli Ingegneri di Parma, la seduta di insediamento del Consiglio di Disciplina Territoriale per il quadriennio 2022-2026.

Il presidente dell’Ordine, Claudio Ferrari, affiancato dal segretario Marco Giacopelli, ha aperto l’incontro dando il benvenuto ai presenti e augurando loro un buon lavoro consapevole dell’impegno che esso comporta: “L’organismo ha una funzione di garanzia nei confronti della società civile per l’esercizio delle attività degli scritti, nel rispetto della onorabilità e correttezza professionale“.
Viene anche ricordato come, dopo la riforma delle professioni del 2012, vi sia una netta separazione tra le funzioni amministrative e quelle disciplinari, le prime restano in capo al Consiglio dell’Ordine, le seconde sono invece trasferite appunto al nuovo organismo, autonomo e indipendente, e composto, nel caso del Consiglio di disciplina del nostro territorio, da membri scelti dal Presidente del Tribunale di Parma.

In particolare, i professionisti nominati, dietro presentazione di una lista di 30 candidati, sono 15 effettivi: Giuseppe Magnani, Alessandro Di Stasi, Alessia Schianchi, Silvia Zerbini, Marzio Morini, Cristian Botti, Andrea Segalini, Gabriele Tebaldi, Paolo Forni, Emanuele Fantuzzi, Paola Cassinelli, Lorenza Cavatorti, Alessandro Pignataro, Rossano Varazzani e Lorenzo Gherri.
Inoltre sono stati nominati 5 supplenti: Claudio d’Aprile, Giuliano Gennari, Nicola Ferioli, Pasquale Diletto e Matteo Fioravanti.

I professionisti sono in rappresentanza di tutte le componenti della categoria.

A presiedere il Consiglio di disciplina sarà per i prossimi 4 anni Rossano Varazzani che, nel ricevere le consegne dal Presidente uscente Filippo Viaro, dichiara: “Sono contento di assumere questo incarico, lo ritengo un onore e anche una grande responsabilità nei confronti sia dei colleghi che dell’utenza finale. Il nostro compito sarà trattare tutti i casi di violazione del regolamento professionale e del nostro Codice deontologico“.