INGEGNERIA 5.0. NELLA TRANSIZIONE DIGITALE, CENTRALE IL RAPPORTO DUALE TRA I SISTEMI ORDINISTICO E PRODUTTIVO PER LA COMPETITIVITÀ DEL PAESE

Le nuove frontiere dell’ingegneria? In un contesto Industry 5.0 e Society 5.0, passano dall’interconnessione tra i vari settori che la compongono, civile e ambientale, industriale e dell’informazione, e soprattutto da una sempre maggior tutela della collettività, a garanzia della quale riveste un ruolo fondamentale l’Ordine professionale, che quest’anno compie i 100 anni dalla fondazione e dispone delle migliori forze per supportare l’innovazione del Paese.
E’ quanto emerso dal convegno , che si è tenuto alla fiera SPS Italia – Smart Production Solutions, organizzato dalla Federazione degli Ingegneri dell’Emilia-Romagna, coadiuvata dall’Ordine di Parma, e patrocinato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
“In un momento storico in cui la necessità di semplificazione dei processi complessi si crede possa essere sommariamente affrontata con proposte di soluzioni aggregative senza carattere istituzionale, che non sono in grado fronteggiare le grandi sfide che aspettano la categoria, l’unica garanzia per la tutela e la valorizzazione della figura dell’ingegnere, centrale nel suo essere portatore di una formazione culturale ed esperienziale capace di analizzare e risolvere le complicanze che il mercato e i tempi in veloce trasformazione richiedono, continua ad essere rappresentata dall’iscrizione all’Ordine”, sottolinea il presidente dell’OrdIng di Parma Claudio Ferrari. Infatti, l’ente da un lato è deputato a vigilare sull’etica che deve sottendere l’operato di ciascun iscritto, dall’altro a promuovere un aggiornamento continuo e costante delle competenze necessarie alla competitività del Paese.
In merito interviene il presidente di Piccola Industria e Vicepresidente di Confindustria Giovanni Baroni. “Il tema delle competenze è una leva cruciale per la competitività dell’Italia, soprattutto oggi che ci troviamo ad affrontare una doppia transizione green e digitale. È importante ricordare, ad esempio, che solo il 6,2% delle imprese italiane utilizza sistemi di intelligenza artificiale, contro una media Ue dell’8%. E la percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese”. In questo quadro, secondo Baroni, le competenze tecniche, come quelle degli ingegneri, risultano sempre più indispensabili all’interno delle aziende e “se vogliamo davvero governare la transizione in atto, è necessario rinforzare il collegamento tra l’Ordine degli Ingegneri e il mondo delle imprese ed aprire la realtà dei professionisti alle esigenze degli imprenditori per lavorare in tandem alla crescita del Paese”.
Rinforzare il collegamento significa anche sensibilizzare le imprese sull’importanza di selezionare le risorse tecniche all’interno del sistema ordinistico. “Pur essendo in un’epoca in cui la digitalizzazione fa la differenza in termini di competitività, purtroppo gli ingegneri dell’informazione appartenenti agli Ordini sono meno del 10% del totale. Occorre ricordare che un tecnico iscritto è una garanzia per l’utente, in termini di formazione specifica e continua, e per il tecnico stesso in termini di credenziali ulteriori, anche sotto il profilo deontologico”, commenta Alessandro Uberti, Coordinatore di FedIngER, precisando che “un prodotto digitale è l’equivalente del progetto di una casa, di un ponte o di un impianto, e non può essere lasciato alla improvvisazione dei soli distributori: anch’esso deve essere ideato, al meglio, da chi può garantirlo responsabilmente”.
E a tal proposito Vincenzo Tizzani, coordinatore della Commissione Ingegneri dell’informazione di FedIngER, rimarca l’importante ruolo che riveste questa figura, “anche nella sua funzione di “terzietà” tra impresa e fornitore, per la sua capacità di identificare le tecnologie migliori per la competitività del Paese e dell’azienda stessa che, in tema di digitalizzazione, devono basarsi su criteri di innovazione dei prodotti e dei processi con riguardo al rapporto qualità-prezzo”.
Infatti e in conclusione, Carla Cappiello, consigliere del CNI con delega al Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione, ricorda come “gli ingegneri sono per definizione, progettisti e innovatori. E nel contesto di Industry 5.0 e Society 5.0, questo ruolo diventa ancora più importante. Sono infatti chiamati a sviluppare sistemi che non solo migliorino l’efficienza e la produttività, ma che siano anche sostenibili, resilienti, e centrati sull’essere umano”.