“LAVORARE NON È MORIRE”: LA PROPOSTA DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DI PARMA

5 punti per promuovere una politica più efficace della sicurezza sul lavoro e ridurre il numero di Infortuni

Il fenomeno degli infortuni sul lavoro è drammaticamente in aumento e sembra che, nonostante le politiche in materia degli ultimi 30 anni, nulla riesca ad invertire questa tendenza. Come ha detto il Presidente Sergio Mattarella, nel messaggio inviato alla Ministra del La/voro e delle Politiche Sociali M.E. Calderone il 12/09/2023, “Lavorare non è morire. I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza”, occorre che ognuno, lavoratori, datori di lavoro, committenti e organi competenti, giochi la propria parte e si impegni in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro.

In questo contesto, la Commissione Sicurezza dell’Ordine Ingegneri di Parma ha elaborato una proposta in 5 punti, concreti, fattivi e percorribili, dando il proprio contributo con l’intento di migliorare l’efficacia di quanto ad oggi previsto dal legislatore e cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica, affinché queste morti e questi infortuni scendano per numero e per gravità.

Il nostro scopo, come Pubblica Amministrazione è quello di tutelare i cittadini e dobbiamo farlo favorendo sempre di più un processo culturale che ribadisca come principio indiscutibile la dignità del lavoro, che è l’essenza fondante della nostra comunità. Si può morire per infortuni sul lavoro ma si può morire anche nell’animo, accade quando non abbracciamo il risvolto umanizzante dell’etica che ci impone di esercitare il nostro ruolo, prima di tutto come cittadini, con impegno e dedizione. A questo impegno e dedizione è rivolto il ringraziamento del Consiglio dell’Ordine a tutti quei colleghi della Commissione Sicurezza Gabriella Magri, Rodolfo DeCarolis, Paolo Diena, Giulia Migli, Antonio Monaco, Leonardo Rizzuti, Massimo Rossi, Alessandro Sirocchi, Stefano Radames Tolomei, esperti in sicurezza del lavoro, che si sono volontariamente impegnati per promuovere questa iniziativa”, sottolinea il Presidente dell’Ordine Claudio Ferrari.

I cinque punti sono stati presentati dalla Referente della Commissione Sicurezza e Consigliere dell’Ordine l’ingegner Gabriella Magri, durante un incontro (valido anche per l’aggiornamento professionale) sul tema degli infortuni dal titolo: “Ho visto e non ho più dimenticato”, organizzato venerdì 17 maggio 2024 a partire dalle ore 14 al Centro Servizi Edili.

Il primo punto riguarda la “valutazione dei rischi” sia essa relativa alla sicurezza aziendale o alla sicurezza nei cantieri, che sia reale, approfondita e partecipativa, e non demandata, come spesso accade ad un software con contenuti troppo generici. Serve poi un “nuovo paradigma formativo”, questo è il secondo punto proposto. In particolare, la formazione deve essere percepita come un “dono” (il diritto alla salute) e non come un “obbligo”, con momenti di pratica e una interattività coinvolgente”. I docenti devono essere realmente esperti e preparati, non può bastare aver seguito un corso di “formazione formatori”. Tutti i lavoratori, inoltre, dovrebbero fare dei corsi professionalizzanti e dei tirocini lavorativi qualificanti attraverso “titoli” la loro reale attività lavorativa; soprattutto per i lavoratori autonomi, questi “titoli” dovrebbero diventare requisiti indispensabili per l’autorizzazione al lavoro e l’iscrizione alle Camere di Commercio. Sempre in merito alla formazione, almeno nella cantieristica, i lavoratori dovrebbero parlare e capire sufficientemente l’italiano attraverso una sorta di “patentino linguisitico” così da garantire la comprensione fra etnie diverse soprattutto in caso di emergenza sul lavoro. Occorre inoltre creare una forte cultura della sicurezza che coinvolga la collettività, già a partire dall’età scolare.

Quanto agli altri punti, la Commissione sostiene che le leggi sulla sicurezza dovrebbero avere anche dei “meccanismi premianti” per chi si comporta e lavora bene (e non solo punitivi e sanzionatori) e dovrebbero essere accompagnate da prassi, linee guida, decreti realmente operativi e chiari nell’applicazione.

Inoltre, come quarto punto, occorrerebbe la creazione di una banca dati centrale, con informazioni sicure sui lavoratori e sulle aziende, per impiegare meno tempo nei controlli documentali obbligatori per legge; anche chi fa il tecnico della sicurezza dovrebbe certificare la propria professionalità così da poter permettere ai committenti e ai datori di lavoro, di valutare le competenze e l’esperienza dell’esperto sicurista a cui pensano di rivolgersi.

Infine il quinto punto, “l’ultima proposta riguarda gli organi di vigilanza e controllo – riferisce ancora la Magri -. Almeno in occasione di primi interventi ispettivi, sarebbe opportuna una maggiore discrezionalità da parte loro. Sarebbe di grande efficacia, infatti, che gli uffici “Prevenzione e Sicurezza in Ambienti di Lavoro”, potessero implementare l’aspetto “prevenzione” della loro attività così da permettere un approccio collaborativo e di indirizzo, su tematiche stringenti, per aziende e cantieri”.

L’incontro è stato aperto dalla proiezione del racconto fotografico di alcuni infortuni sul lavoro “Ho visto e non ho più dimenticato – Storie di infortuni”, di Davide Torbidi, fotografo e segretario generale della FLAl CGIL di Lodi e si è concluso con la presentazione del libro “Il Ritorno. Dalla materia all’essenza“, di Gianni Baga, presidente ANMIL di Parma, che tratta della sua storia personale e del dramma vissuto nel 1987 quando, in seguito ad un terribile incidente stradale sul lavoro, ha dovuto attraversare il coma.

Sintesi dei cinque punti proposti dalla Commissione sicurezza Ordine Ingegneri di Parma:

VALUTAZIONE DEI RISCHI che sia reale, approfondita e partecipativa

UN NUOVO PARADIGMA FORMATIVO. Cambiare l’approccio con cui si fa la formazione ai lavoratori e a tutti i soggetti coinvolti in ambito sicurezza. La formazione deve essere percepita come un “DONO” (il diritto alla Salute) e non come un “OBBLIGO”.

LEGGI CHE SIANO ANCHE PREMIANTI. Le leggi sulla sicurezza dovrebbero avere anche dei meccanismi premianti e dovrebbero essere accompagnate da: prassi/linee guida/decreti realmente operativi e chiari nell’applicazione.

CREAZIONE DI UNA BANCA DATI. Informazioni sicure e meno tempo da impegnare in controlli documentali

COLLABORAZIONE CON GLI ORGANI DI VIGILANZA E CONTROLLO. Maggiore discrezionalità per gli organi di controllo, in occasione di primi interventi di controllo/vigilanza, per consentire un approccio più collaborativo.