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L’epoca in cui viviamo è caratterizzata da profondi cambiamenti. Le nuove tecnologie, internet e la digitalizzazione di ogni ambito e contesto socio-economico hanno innescato una nuova rivoluzione sociale ed industriale. I cambiamenti in atto sono talmente incisivi per il futuro del genere umano da essere universalmente considerati al pari delle tre precedenti rivoluzioni industriali indotte dall’invenzione della macchina a vapore, dell’elettricità e dell’elettronica.

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La trasformazione digitale viene infatti considerata la quarta rivoluzione epocale dell’era moderna. In ambito industriale la rivoluzione digitale porterà ad una produzione totalmente automatizzata ed interconnessa, nella quale il ruolo del uomo sarà sempre più circoscritto ad un ambito di pianificazione e gestione. La produzione sarà totalmente effettuata da macchine automatiche fortemente interconnesse e governate da sistemi digitali che condivideranno, in tempo reale, dati ed informazioni con il modo esterno. L’interazione uomo-macchina lascerà il posto all’integrazione macchina-macchina che attraverso dispositivi e sistemi connessi, prevalentemente wireless, consentirà lo scambio e l’analisi dei dati dando vita ad un ecosistema denominato “Internet of Things” in cui ogni dispositivo invierà e riceverà, in real time, dati che consentiranno al sistema globale di reagire e autoregolarsi.

L’adozione massiva delle nuove tecnologie digitali avrà un profondo impatto su almeno quattro fronti strategici.

  1. Il primo riguarda la “Connectivity”, cioè l’interconnessione delle risorse (persone, dispositivi, macchine, impianti, strutture, ecc.) e la sistematica raccolta, uniformazione e condivisione dei dati.
  2. Il secondo asset contempla la “Analytics”, che consiste nell’analisi dei dati raccolti al fine di estrarne informazioni ad elevato valore. Se si considera che oggi non più del 5 % dei dati raccolti viene proficuamente analizzato e convertito in informazioni ad elevato valore si può cogliere l’importanza strategica di tale asset. Grazie alla capillare connettività ed alla notevole potenza di calcolo, tecnologie come Internet of Things, Machine-To-Machine, Cloud Computing, Big Data e Open Data consentiranno una smisurata raccolta, analisi e condivisione di dati che verranno centralizzati, uniformati ed conservati per innumerevoli usi.
  3. Il terzo fronte abbraccia la “Human Interface” nel quale l’interazione uomo-macchina estenderà sempre più l’utilizzo d’interfacce fortemente userfriendly (touch, smart, ecc.) e lo sviluppo di sistemi a realtà aumentata.
  4. Il quarto fronte è quello “Smart Manufacturing” che annovera le innumerevoli tecnologie che permettono di passare dal digitale al reale attraverso la produzione di beni mediante nuove ed innovative tecniche come la stampa 3D, la manifattura additiva, la robotica avanzata, ecc. Tali tecnologie consentono un’estrema flessibilità ed una produzione di piccoli lotti con costi e tempi di sviluppo, produzione e commercializzazione particolarmente contenuti. La progettazione e la prototipazione stanno già godendo, da alcuni anni, dei benefici di queste innovative tecnologie che consentono un azzeramento del Time To Market. Tutto ciò assicura una migliore qualità, una riduzione degli errori ed un incremento della competitività e del profitto globale.

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Già da tempo, la disponibilità di immense masse di dati consentono di monitorare, rilevare e gestire (in tempo reale) l’andamento e le variazioni della maggior parte dei fenomeni che caratterizzano la vita sociale ed economica. In ambito industriale, grazie a un’attenda analisi in tempo reale dei dati è già possibile monitorare della domanda, pianificare la produzione, ridurre i tempi, ottimizzare le scorte di magazzino, programmare e migliorare i servizi di logistica nonché attuare strategie di gestione dei consumi energetici e salvaguardia dell’ambiente.

Ciò che caratterizza e contraddistingue questa rivoluzione dalle precedenti è la velocità con la quale sta avvenendo il cambiamento. A differenza delle rivoluzioni precedenti, che hanno richiesto di decenni per produrre un cambiamento stabile e tangibile nella società, l’attuale rivoluzione sta già producendo cambiamenti epocali i cui effetti si stabilizzeranno in pochi anni. L’elevata velocità con la quale sta avvenendo il cambiamento sta mettendo a dura prova l’intero sistema economico e sociale dei Paesi con modelli sociali ed organizzativi ancorati a schemi rigidi o conservativi. Il dinamismo e la profonda attitudine al cambiamento sono le principali armi con le quali conquistare una posizione di rilevo nel nuovo assetto globale. I Paesi che stanno maggiormente avvantaggiandosi delle nuova rivoluzione sono infatti i quelli che hanno già attivato piani d’investimento per favorire la trasformazione dei propri modelli sociali, economici e produttivi armonizzandoli con la velocità con cui dovranno essere attuati i cambiamenti necessari a cogliere le nuove sfide imposte dalla digitalizzazione.

In estrema sintesi, ciò che differenza questa rivoluzione dalle precedenti è la velocità, la pervasività e la trasversalità con cui le nuove tecnologie digitali stanno diffondendosi nella società, influenzando lo stile e la qualità della vita dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni. I cambiamenti e le potenzialità indotti dalle nuove tecnologie imprimeranno infatti un’accelerazione dirompente sulla crescita e la competitività dell’intero sistema sociale, economico e produttivo.

Ogni rivoluzione industriale è scaturita a seguito di invenzioni tecnologiche che hanno consentito di utilizzare un nuovo “motore” in grado di sfruttare una nuova forma di energia o carburante disponibile a basso costo. Durante la prima rivoluzione industriale di fine ‘700 la macchina a vapore rappresentò il “motore” dell’epoca. Nella seconda rivoluzione fu il motore elettrico, l’elettricità e il petrolio che permisero al genere umano di fare un balzo in avanti sulla strada del progresso. Nell’attuale era digitale il “motore” è rappresentato dall’immensa “potenza di calcolo” a disposizione di chiunque mentre il nuovo carburante da sfruttare consiste nell’inesauribile mole di dati che si genera ininterrottamente attraverso una rete globale di dispositivi digitali costantemente connessi. A differenza delle precedenti epoche, il carburante (dati) non è destinato ad esaurirsi ma continuerà ad aumentare, sia in quantità che e qualità. I dati sono pertanto la nuova risorsa naturale da estrarre, raffinare, plasmare e manipolare con la quale si potrà governare ogni contesto della vita. Come in passato, chi riuscirà a dominare e sfruttare la nuova risorsa otterrà benefici strepitosi. Chi invece non ci riuscirà soccomberà.

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E’ bene tenere in considerazione che la quarta rivoluzione industriale è già in atto e proseguirà con un’accelerazione esponenziale diffondendosi, in pochi anni, in ogni luogo e ambito sociale ed economico. I grandi players come Google, Apple, Microsoft, Siemens, Bosch, Samsung, Toshiba, ecc. hanno identificato le nuove tecnologie come l’asset su cui far convergere i loro programmi di sviluppo, destinandovi migliaia di milioni di dollari di investimenti. Anche gli altri operatori del settore stanno già fortemente investendo su tali tematiche. L’ultimo rapporto di ASSINFORM rileva una crescita vertiginosa degli investimenti in tali tecnologie. I settori in cui si investe maggiormente sono Data Center e Cloud Computing (+37%), Internet of Things (+13%), Web management systems (+12%), Software and new Generation Solutions (+4%).

I Governi dei paesi più avanzati stanno già attivandosi per ottenere il massimo beneficio dalla trasformazione epocale. Paesi come la Germania e la Cina hanno fatto del Internet of Things (IoT) la principale leva su cui agire per cogliere le straordinarie opportunità portate dalla nuova rivoluzione.

Anche il Governo Italiano ha dimostrato di considerare le nuove tecnologie la principale leva su cui agire per far ripartire la crescita del Paese. Con il piano “Industria 4.0”, introdotto con la Legge di Bilancio 2017 e prorogato quest’anno sino al 2019, sono stati previsti notevoli incentivi fiscali sotto forma di incremento dell’aliquota dell’ammortamento al 250% per i beni legati alla manifattura 4.0.

L’obiettivo del Piano Industria 4.0 è di favorire l’adozione delle tecnologie digitali nei processi produttivi al fine di generare, condividere e gestire le informazioni legate alla generazione del valore tra le varie componenti del sistema economico. Più precisamente, le agevolazioni offrono alle aziende l’opportunità di godere dei benefici del super-ammortamento e dell’iper-ammortamento per l’acquisto di beni (materiali e immateriali) nuovi utilizzabili per la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.

I primi dati sull’applicazione del Piano Industria 4.0 rilevano che oltre il 30 % delle aziende con più di 50 addetti stanno effettuando importanti investimenti in ambio Industria 4.0, fruttano massicciamente il benefici previsti.

Il Piano Industria 4.0 affida agli ingegneri uno specifico ruolo. Il piano prevede infatti che per usufruire dell’ iper-ammortamento (250%) per i beni con valore maggiore di 500.000 € le aziende sono tenute a produrre una Perizia Giurata, rilasciata da un ingegnere iscritto all’albo professionale, che attestanti che il bene possiede le caratteristiche tecniche da includerlo nel elenco previsto dalla normativa (Allegato A o B) e sia interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Gli ingegneri italiani, ed in particolare quelli dell’informazione (informatici, elettronici, ecc.), giocheranno pertanto un ruolo strategico per il futuro delle aziende e del Paese. Senza un attivo e sinergico coinvolgimento di figure tecniche, altamente preparate e motivate, sarà infatti molto arduo sfruttare le opportunità indotte dalla rivoluzione digitale in atto.

Come tutte le altre rivoluzioni industriali, anche quella in atto porterà profondi cambiamenti nel mercato del lavoro. E’ scontato che si svilupperanno nuove professionalità mentre diverse delle attuali figure occupazionali vivranno un’inevitabile tramonto per scomparire entro qualche anno. Il settore dell’ingegneria sarà ampiamente coinvolto in questo processo. Le opportunità e le sfide che attendono gli ingegneri sono di portata epocale. Va infatti considerato che senza un massiccio contributo degli ingegneri il Paese e non riuscirà a cavalcare e cogliere le incredibili opportunità che la rivoluzione digitale offre.

L‘intero sistema ordinistico dovrà velocemente reagire al cambiamento per adattarsi e rispondere ai nuovi bisogni della società. Gli ingegneri, ed in particolare quelli dell’informazione, saranno i principali protagonisti della nuova rivoluzione industriale. Ad essi è affidato il compito di portare l’intera società nel nuovo mondo facendole cogliere le opportunità e contribuendo alla crescita del Paese. Gli ingegneri dell’informazione ricopriranno un ruolo sempre più strategico e centrale per il sistema economico. L’ampia diffusione delle nuove tecnologie digitali comporterà infatti una crescita esponenziale della domanda di figure tecniche capaci di governare il cambiamento e far cogliere le opportunità indispensabili ad assicurare la competitività dell’intero sistema industriale. Senza un’adeguata categoria di ingegneri, con una specifica ed elevata preparazione, competenza ed esperienza in ambito digitale, il Paese perderà l’occasione di avvantaggiarsi delle opportunità e rischierà di minare la competitività dell’intero sistema produttivo. Più esplicitamente, gli ingegneri dell’informazione sono tra i pochi soggetti che detengono il know-how tecnologico e gestionale necessario per assicurare un proficuo cambiamento. Il loro ruolo è infatti di vitale importanza non solo per l’ideazione, lo sviluppo, la diffusione e l’impiego delle nuove tecnologie digitali ma altresì per la gestione dei processi e l’analisi dei dati e le informazioni di elevato valore.

Non va inoltre dimenticato che il massiccio impiego della tecnologia digitale in ogni ambito socio-economico ci esporrà a nuovi rischi. Oltre ai temi legati alla privacy e tutela dei dati dovranno essere gestiti anche rischi derivanti da un’elevatissima automatizzazione globale. Già oggi salire su un aereo, prendere un treno, entrare in ospedale, ecc. comporta di affidarsi ad un sistema digitale che governa e gestisce la sicurezza, l’organizzazione e ogni processo operativo. La progettazione, l’implementazione ed il collaudo dei sistemi digitali dovrebbe pertanto seguire gli stessi iter adottati per le altre strutture critiche per la sicurezza e la salvaguardia della salute. Purtroppo il quadro normativo che disciplinata la sicurezza dei sistemi digitali è ancora particolarmente acerbo ed inadeguato a garantire un buon livello di sicurezza ed affidabilità. La progettazione ed il collaudo dei sistemi digitali non è infatti riservata a figure con una specifica formazione, competenza ed esperienza ma è concessa a chiunque dichiari di vantare un’affinità con le tecnologie digitali. Ciò è dovuto al fatto che la fornitura di un sistema digitale, anche critico, è soggetta solo alle disposizioni normative previste per la fornitura di beni o servizi e non è considerata al pari della realizzazione di un’opera che necessita di un iter progettuale. Tale approccio porta al paradosso che la realizzazione di un banale gazebo richiede un progetto ed una specifica autorizzazione mentre l’implementazione del sistema informatizzato di un ospedale o di un aeroporto può essere liberamente effettuata da chiunque, senza nessun progetto e autorizzazione.

Da anni gli ingegneri dell’informazione chiedono una maggiore attenzione su tali temi ed in particolare sollecitano la necessità di disciplinare adeguatatene il settore. Nonostante qualche passo in avanti sia stato fatto il percorso è ancora lungo ed impegnativo. Per favorire ed armonizzare l’attività degli Ordini degli Ingegneri, nel 2005, si è costituito il Comitato Italiano dell’Ingegneria dell’Informazione (C3I – http://www.ciii.it) a cui hanno aderito oltre 85 ordini provinciali ed il CNI.

Lo scopo del Comitato è di qualificare e valorizzare il ruolo dell’Ingegnere dell’Informazione al fine di mettere al servizio del Paese le conoscenze, le competenze e l’etica professionale degli Ingegneri dell’Informazione, per offrire una qualità e professionalità allineata alle necessità ed attese della committenza. Più precisamente il Comitato C3I svolge le seguenti funzioni:

  • Stimola la cooperazione tra le Commissioni dell’Ingegneria dell’Informazione degli Ordini provinciali.
  • Promuove la figura del Ingegnere dell’Informazione organizzando eventi per valorizzarne e tutelarne il ruolo.
  • Proporre al Legislatore normative che, nel rispetto della concorrenza, garantiscano la qualità e la sicurezza dei sistemi digitali.
  • Fornisce supporto agli Ingegneri dell’Informazione del settore C.
  • Fungere da osservatorio sulle tecnologie e sul mercato del ICT.
  • Stimola un approccio omogeneo in ambito normativo e contrattualistico.
  • Promuovere la crescita professionale e l’attività didattica.
  • Promuovere la regolamentazione delle attività svolte dagli Ingegneri dell’Informazione.

In estrema sintesi, la mission del Comitato Italiano dell’Ingegneria dell’Informazione è di favorire la coordinazione e collaborazione degli Ingegneri dell’Informazione per valorizzarne il ruolo ed affrontare con, slancio e determinazione, le sfide che il Paese dovrà cogliere per garantire un florido futuro alle nuove generazioni.

 

                                                                                                                              Ing. Ascari Mario

                                                                                                                                 Presidente C3I

                                                                                                       Comitato Italiano Ingegneria Informazione

                                                                                                                              [email protected]